Seicento-Novecento. DA MAGNASCO A FONTANA

Dialogo tra due collezioni

17 ottobre 2020 – 5 aprile 2021

Abano Terme, Museo Villa Bassi Rathgeb

Al centro della mostra le collezioni Bassi Rathgeb e Merlini. La prima, formata da tre generazioni di notabili bergamaschi venne donata al Comune aponense celebre per le cure termali. Assai nota e celebrata è la collezione di arte contemporanea di Giuseppe Merlini formata da una galleria così ampia e cospicua di pezzi, da prestarsi a instaurare dialoghi e corrispondenze inedite con opere e luoghi di altre epoche. Pur nell’evidente diversità, le due collezioni tuttavia sono state formate entrambe con opere dettate dal gusto personale del collezionista e dai rapporti di stima e, spesso, di amicizia intrattenuti con gli artisti.

Il percorso si snoda attraverso tre sezioni che prendono spunto da tre generi, Ritratto, Natura morta e Paesaggio, che sono presenti nella collezione aponense.

Il Ritratto ci introduce al tema della figura, del soggetto particolare, esteso nell’arte contemporanea alla figura tout court, che subisce profondi mutamenti diventando oggetto delle sperimentazioni più ardite. Il Ritratto di Linda Maria Tallone di Cesare Tallone troverà stridente ma emozionante controcanto nella scomposizione delle opere di Renato Birolli e di Enrico Baj. Il ritratto maschile trova nell’imprinting cinquecentesco del Moretto una plastica identità sociale, una fierezza di timbro e prestanza che eleva la fedeltà ritrattistica a canone di affermazione sulla ribalta del mondo, requisiti che nel Novecento precipiteranno nella coscienza dell’uomo “senza qualità”, come i piccoli uomini sperduti in una Piazza d’Italia di De Chirico o nel relitto figurativo vagamente clownesco nelle composizioni di Sironi del dopoguerra.

La Natura morta ci consente di entrare nel merito dei valori cromatici e compositivi della pittura e, dunque, partendo dalle opere di Baschenis e di van Beyeren della collezione permanente, si snoda un percorso sul tema che vede in scena Severini, Tozzi, Melotti, Guttuso, via via sino a Pirandello, Dorazio, Romiti, Parmiggiani.

Ma è nel Paesaggio che la metamorfosi tra natura e pittura si compie sino in fondo. Partendo da una serie di paesaggi della collezione aponense, primi fra tutti quelli di Magnasco, Ronzoni, Fidanza, si svolge un nastro di progressiva e affascinante destrutturazione e mutazione delle forme, da un lato nelle “viscere” della pasta cromatica, dall’altro nell’ordito della composizione che tende a raggelarsi in versione stratta. Dunque lo sguardo trascorrerà da Tosi e de Pisis sino a Morlotti e Mandelli da un lato, Rho e Radice dall’altro sino alle suggestioni eteree di Valentino Vago e Claudio Olivieri e allo spazio senza più traccia di pittura che affida alla pura fisicità della tela l’iniziativa della forma come in Fontana, Bonalumi, Castellani.

Un angolo di silente sacralità è affidato alle piccole sculture di Wildt, Fontana e Ontani, che si accompagnano alla malinconia della Testa in terracotta di Casorati del 1919.

In copertina: Enrico Baj, La moglie di Picasso, 1984, Busto Arsizio (Varese), Collezione Merlini

Mostra a cura di

Virginia Baradel

Promossa e prodotta da

Comune di Abano Terme

In collaborazione con

CoopCulture

Ufficio stampa e comunicazione

Studio ESSECI

Catalogo

Silvana Editoriale

disponibile nel bookshop del museo