Tra le cariatidi dorate, protagoniste della quadratura architettonica, trovano spazio alcune scene di caccia. La scelta del tema evoca una delle tipiche attività svolte nel contesto della villa, luogo in cui il proprietario si stabiliva per lunghi periodi, conducendo uno stile di vita all’insegna degli svaghi aristocratici e dell’otium intellettuale, cui alludono anche le tre allegorie raffigurate nelle nicchie: Letizia, Premio e Intelletto.
Ancora una volta i modelli cui l’ignoto pittore fa riferimento per la messa in opera delle figure allegoriche sono, come già visto nella sala che precede, gli Attributi dell’anima di Raffaello Schiaminossi, che forniscono un sicuro termine cronologico per datare gli affreschi dopo il 1605.
Le quattro scene di caccia nei riquadri sulle pareti trovano una rispondenza puntuale nelle stampe di Antonio Tempesta facenti parte della serie delle Scene di Caccia stampate nel 1598. Una di queste mostra un gruppo di personaggi impegnati in una Caccia all’orso. Nonostante le perdite pittoriche coinvolgano la porzione centrale dell’affresco, si riesce ancora ad apprezzare il grande dinamismo con cui il pittore raffigurò i cacciatori, immersi un paesaggio boschivo ricco di dettagli naturalistici.
Sul prospetto sud, due cavalieri sono raffigurati in primo piano mentre colpiscono un leopardo con le loro picche.
Grazie a questo riferimento è stato possibile intuire che la scena affrescata nella parete nord, oggigiorno illeggibile, doveva raffigurare una scena di Caccia al cervo; infatti, in alto a destra rispetto al riquadro, si nota ancora la presenza di un ombrellino, perfettamente rispondente alla sua posizione nella stampa cinquecentesca.
Le sovrapporte ospitano due finti quadri a tema sacro: sopra il passaggio che conduce alla stanza di Cefalo e Procri è una Sacra Famiglia con san Giovannino, mentre sulla parete di fronte si distinguono ai lati i santi Giovanni Battista con l’agnello, Antonio da Padova con il saio francescano e il giglio e un’altra figura di difficile interpretazione. Su questa stessa parete, più in basso a sinistra, si nota un’estesa ridipintura che interferisce malamente nella zona inferiore della allegoria dell’Intelletto, della vicina Cariatide e della scena di caccia. Si tratta di un’aggiunta dove le figure di cacciatori e cavalieri a cavallo si confondono con una veduta di una villa che, per la sua conformazione, la presenza di un oratorio sulla sinistra e il disegno del giardino, potrebbe rimandare ai rifacimenti voluti proprio dai Dondi dall’Orologio intorno al 1775. (Barbara Maria Savy, Sara Danese)
Crediti fotografici immagini villa
© Comune di Abano Terme e Università degli Studi di Padova, Dipartimento dei Beni Culturali: archeologia, storia dell’arte, del cinema e della musica (foto Michele Barollo e Simone Citon)